Le chiese di Piglio
Le chiese di Piglio


La chiesa di Santa Maria Maggiore
La Chiesa si trova al centro dell'abitato di Piglio, nell'omonima Piazza. Vi si arriva dalla Piazza Guglielmo Marconi. 
Essa è di origine antica, ma è stata ristrutturata in epoca recente, essendo stata semidistrutta da un bombardamento aereo alleato del 1944. Conserva resti della muratura antica su un fianco dove si individuano ancora le tracce di una porta, ora richiusa, incorniciata da una ogiva. È ricordata a partire dagli anni 1298-1301 e nei successivi nell'elenco delle riscossioni delle decime dei paesi dipendenti dalla Diocesi di Anagni. Il cimitero del paese un tempo era annesso alla chiesa, ricordato negli Statuti della Terra di Piglio del 1479.

La collegiata di Santa Maria Assunta
La Chiesa dell'Assunta è a pianta basilicale, di stile romanico, con tre navate, ha nella facciata un rosone centrale, ed è fiancheggiata da due snelli campanili gemelli, uno un tempo con l'orologio, l'altro con la torre campanaria. 
Le navate dell'edificio sono divise da colonne in muratura sormontate da fregi di stile ionico-corinzio. Oltre all'Altare Maggiore, vi sono quelli consacrati a San Giuseppe, al Sacro Cuore, a San Giovanni Bosco, a Sant’ Antonio, alla Madonna di Pompei e alla Madonna di Loreto. 
Nella sagrestia c'è la statua del Santo Protettore di Piglio, San Lorenzo Martire, la cui festa ricorre il 10 agosto. Un tempo vi erano anche gli archivi lignei del '600. 
Dal mese di maggio fino alla fine di ottobre vi si conserva la statua della Madonna delle Rose, che viene riportata in solenne processione nel suo Santuario nel giorno dell'anniversario della liberazione di Piglio dalla peste, il 30 di ottobre. 
Nella Chiesa Collegiata, più volte , sono state esposte al culto le Spoglie del Beato Andrea Conti: prima del 1400, nel 1810 e nel 1954, anno in cui l’urna del beato è stata ricollocata sotto l’Altare a lui dedicato nella Chiesa di S. Lorenzo.

Santuario della Madonna delle Rose
Il Santuario della «Madre Santissima» è situato nella parte meridionale di Piglio e vi si venera con molta devozione la Madonna delle Rose la cui immagine è incastonata sulla parete di uno scoglio e protetta da una cappella votiva. Due sono le feste in onore della Vergine Maria: una il giorno seguente a quello della Pentecoste e l'altra il 30 ottobre a ricordo della liberazione della peste del 1656 che decimò la popolazione pigliese. Con una solenne processione, ogni anno il 30 ottobre la statua della Madonna delle Rose viene portata dalla Chiesa di Santa Maria, attraverso tutto il paese, al Santuario.
Il 30 ottobre del 1656 a Piglio infieriva la peste, che aveva provocato la morte di circa la metà della popolazione; gli scampati che pregavano davanti ad una antichissima immagine della Vergine, risalente al tempo dell'Imperatore Isaurico (presenta infatti caratteristiche tipiche dello stile bizantino), si accorsero che le rose appassite, poste davanti alla Madonna, improvvisamente rifiorirono. In quello stesso istante essi ottennero la grazia della liberazione dalla peste. La fabbrica della chiesa cominciò il 16 novembre del 1668. Il 6 maggio 1674 fu benedetta la nuova chiesa e vi fu celebrata la prima messa dal Vescovo di Anagni Mons. Gian Lorenzo Castiglioni.
I Pigliesi hanno ricevuto molte grazie dalla Madonna delle Rose. 
Nel Santuario oltre, all'affresco, del XIV secolo, raffigurante la Madonna che allatta il Bambino che ha in mano un libro, vi sono paramenti sacri, croci , lanterne e stendardi processionali, moltissimi ex voto e la statua lignea della Madonna con le Rose in mano e in braccio Gesù Bambino.

La chiesa di Santa Lucia
La chiesa è di epoca più recente delle altre. Ha una sola navata con l’interno assai semplice. E’ stata restaurata nel 1957 ed è dedicata alla vergine di Siracusa: Santa Lucia. 
Lucia, martirizzata sotto Diocleziano, era di nobile famiglia e distribui la propria dote ai poveri. Accusata di essere cristiana presso il prefetto Pascasio, fu condannata alla prostituzione; scampata a tale vergogna ed uscita illesa dal rogo, venne uccisa con la spada. Ella è invocata come protettrice della vista in relazione al suo nome (Lucia da “lece”) o alla leggenda secondo cui le sarebbero stati strappati gli occhi. Viene raffigurata che regge nel palmo della mano gli occhi su un piatto o in una coppa. Si festeggia il 13 dicembre.

La chiesa di Sant'antonio Abate
Essa è una piccola Chiesa situata nella zona nord di Piglio, all'inizio della Via Nuova. È dedicata a S. Antonio Abate ed Eremita, che a vent'anni, spogliatesi di tutti i suoi beni, si diede a vita ascetica. Il Santo fu uno dei fondatori del Monachesimo, perciò è detto Padre dei Monaci. Fondò varie comunità anacoretiche in Egitto e combattè l'Arianesimo. Morì centenario, raccomandando ai suoi discepoli di tener segreto il luogo della sua sepoltura. Il giorno della sua festa, il 17 gennaio, è celebrato nel mondo cattolico anche con la benedizione degli animali, soprattutto domestici, di cui il Santo è ritenuto protettore.
In tempi ormai lontani, il 17 gennaio, si celebrava la Festa di S. Antonio Abate dalla barba bianca. Con il <<manicuto>> o con sacchette di panno si bussava alle porte delle case di amici e di parenti per chieder la <<Festa>>, consistente in tanti regali: fichi secchi, melegranate, castagne infornatelle, arance, mele, pezzi di panpepato, morzelletti, salsicce, più di rado soldi. Era un piacevole divertimento, poi, seguire i <<Montanari>> (i lavoratori dei frantoi) che, mascherati, in sella a cavalli pure mascherati, giravano per il paese per la tradizionale questua con nella mano destra lunghi ed acuminati spiedi, ricchi di ogni ben di Dio raccolto tra le famiglie più benestanti.

La conetta della Madonella
Questa costruzione è assai modesta e piccola tanto da poterla definire più una Cappella; è situata lungo la vecchia strada della Valle poco prima della Chiesa di S. Rocco. All’interno vi è un piccolo altare con l’immagine della Madonna del Rosario. Un tempo vi si fermavano i viandanti per pregare e per sostarvi durante la notte o in caso di maltempo. La strada della Valle era uno dei passaggi obbligati per chi si recava otre Piglio, verso gli Altipiani di Arcinazzo, Trevi, Filettino e l’Abruzzo.

La chiesa in località Lapillo
Si tratta di un edificio, costruito di recente, situato nel mezzo della campagna di Piglio, in località Lapillo.

La chiesa di San Rocco
La chiesa è situata nella periferia sud di Piglio, in fondo alla Valle, nelle vicinanze della ex stazione ferroviaria che conduceva da Roma a Fiuggi. E’ una costruzione di origine antica, e fu sepolcreto delle vittime dell'epidemia della peste che nel 1656 decimò la popolazione pigliese. Nell'edificio si distinguono tre locali costruiti in epoche successive. Il più antico è quello in cui è stato scoperto di recente un affresco, sembra di scuola giottesca; il secondo clocale è adiacente la cappellina del dipinto e dedicato a San Rocco, mentre il terzo locale, navata dell'attuale chiesa, è di epoca recente (1700 circa).
La chiesa è dedicata a San Rocco , pellegrino francese che venne in Italia prodigandosi per curare gli ammalati di peste e rimanendone contagiato lui stesso. Invocato contro la peste e le malattie contagiose, è anche Patrono dei prigionieri e dei pellegrini. Viene rappresentato giovane con la barba, vestito con una mantello da pellegrino che, aperto sulla gamba, lascia intravedere un bubbone pestilenziale, e con la campanella dei lebbrosi. Lo accompagna un cane che talora porta in bocca un pezzo di pane, a ricordo della leggenda secondo la quale, allorché il Santo giaceva ammalato presso Piacenza, un nobile del luogo gli mandava il cibo servendosi dell'animale. 
Il Santo si festeggia il 16 agosto. 
Durante un sopralluogo effettuato per dare il via a lavori di ristrutturazione della Chiesa, chiusa al culto per parecchi anni, è venuto alla luce un importante e pregevole affresco, risalente al 1300, sembra della Scuola di Giotto. A parere della Sovrintendenza per i Beni Artistici di Roma, l’affresco sarebbe da riferire alla prima metà del XV secolo e l'anonimo pittore ad un esponente della Scuola Laziale-meridionale nella quale sono confluiti motivi della civiltà figurativa Giottesco-napoletana. Si tratta di un polittico, scoperto dietro una intercapedine tra la parete che lo contiene ed il muro perimetrale della Chiesa, in ottimo stato di conservazione. Al centro del polittico campeggia la Vergine con in braccio il Bambino Gesù. Ai lati vi sono figure di Santi, fra cui si riconosce S. Antonio Abate con il bastone a forma di tau e due immagini, una con capelli e barba bianca fluente e un’altra con saio e barba scura (forse il Beato Andrea?). Al di sopra dell’affresco sono raffigurate graziose testine di angeli ai lati di una colomba, simbolo dello Spirito Santo.

La chiesa e il convento di San Giovanni
Essi sono situati nella campagna di Piglio, a lato del nuovo Cimitero e sono retti dai Frati Minori. In un documento del 25 maggio del 1264 viene nominata "l'Ecclesi Sancti Johannis", pure menzionata nell'Elenco delle riscossioni delle Decime dei paesi dipendenti dalla Diocesi di Anagni e forse identificabile con l'attuale Chiesa di S. Giovanni. 
Il Convento e la Chiesa di San Giovanni sono dedicati a Giovanni, santo, predicatore e profeta, figlio di Zaccaria, che predicò un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Attributi frequenti del Battista sono un medaglione, in cui è raffigurato l'Agnello, simbolo di Cristo, e una Croce a cui è legato un nastro con la scritta: "Ecce Agnus Dei". 
Nel luogo ove è sorto il Convento un tempo esisteva una chiesa dedicata al Battista appartenente ad un Abate che la cedette ai frati Francescani e che poi si spostò nella Chiesa di S. Lucia che divenne Badia.
La costruzione del Convento, iniziata il 3 aprile del 1617, terminò nel 1620. 
All’Inizio l’edificio aveva solo una ventina di celle; fu poi ingrandito e modificato. Nel 1681 fu edificata la Biblioteca; nel 1744 il fienile e la stalla e nel 1781 furono fatti altri lavori di ampliamento. 
Sulle pareti del chiostro un anonimo pittore dipinse scene della vita di San Francesco. La chiesa fu eretta con offerte fatte dalla popolazione pigliese e da un benefattore di Acuto, Giovanni Savelli, che donò ai frati anche il bosco e la parte dell'orto attorno al Convento. 
Si narra che nel 1614 giunse a Piglio, per predicare la Quaresima, il Frate francescano P. Bernardo da Bologna. Le sue prediche piacquero tantoai Pigliesi chequesti decisero di costruire un convento ai frati, per farli restare a Piglio, nel luogo ove ora sorge la Chiesa di San Giovanni Battista. La Chiesa ad una sola navata fu costruita nel 1632. Vi era un Altare maggiore, con marmi di vario colore, ed altri tre minori le cui Cappelle erano dedicate alla Madonna della Stella, a S. Antonio e al SS Crocefìsso. Il Crocefisso era di legno, scolpito dal frate Angelo d'Aprigliano. 
Chiesa e convento, con la soppressione degli Ordini Religiosi nel 1870, furono incamerati dallo Stato Italiano e solo nel marzo del 1890 il convento fu venduto all'asta e ricomprato e donato ai religiosi dal Principe Altieri. 
Il complesso fu danneggiato gravemente dal terremoto di Avezzano nel 1915 o fu restaurato nel 1923. 
Il 12 maggio del 1944, chiesa e convento furono distrutti da un bombardamento aereo alleato: andarono distrutte anche tutte le decorazioni che abbellivano il chiostro. 
Il 14 ottobre del 1948 si iniziò la ricostruzione, a totale carico del Governo Italiano, della Chiesa, della Casa Canonica e del Seminario di S. Giovanni Battista. 
La nuova chiesa, in purissimo stile francescano, fu consacrala il 18 dicembre 1949 e presenta una grande navata centrale e due piccole navate laterali. 
Il complesso, ultimato il 14 ottobre 1951, è più grande e diverso da quello precedente; la pianta del nuovo Chiostro e rettangolare, mentre prima era quadrata; il vecchio campanile era a vela, quello nuovo ha la base quadrata e nel suo interno c'è una scala a chiocciola che conduce alle campane. La Chiesa e stata poi trasformata in Parrocchia, inaugurata il 5 ottobre 1969 e riconosciuta dallo Stato Italiano con decreto del Presidente della Repubblica n. 689. 
Nel complesso vi sono la Scuola .Materna e le Scuole Elementari.

La chiesa dell'oratorio
E' una piccola e semplice chiesa , situata nella zona dell'Arringo ed è di origine antica. Un tempo vi si inumavano i defunti, quando non ancora esistevano cimiteri fuori dalle zone abitate. L'edificio è ad una sola navata, con un altare di stile barocco, dedicato alla Vergine Immacolata. Un altare è dedicato a San Michele Arcangelo, raffigurato in un quadro con la spada sguainata e che schiaccia la testa al demonio. Nella Chiesa si conservano arredi ed oggetti processionali.

La chiesa Madonna del Monte
La chiesa è situata verso gli Altipiani di Arcinazzo, a circa 976 metri di altitudine. Essa è stata recentemente ristruturata e nel piazzale antistane è stata allestita una accogliente area di sosta attrezzata. 
I pigliesi venerano con devozione anche "Alteram a monte nuncupatam immaginem deiparae" (Un'altra Immagine della Madre di Dio sotto il titolodel Monte: Madonna del Monte). E' ricordata negli Statuti della Terra di Piglio del 1479 che iniziano con l'invocazione: "In Dei nomine, et Virginis Marie de Monte , que nos custodiat semper , amen". Un tempo, a custodire la chiesa, vi era il "Romita", l'eremita, singolare personaggio ai margini del mondo monastico, ritiratosi in solitudine per l'orazione e la contemplazione. Seppellito nella solitudine, di tanto in tanto l'eremita riappariva nel paese, come un personaggio misterioso, per chieder un pò di elemosina, accolto da tutti con amorevole sollecitudine ed anche con un certo timore reverenziale.

La chiesa e il convento di San Lorenzo
Guardando il monte Scalambra dal basso, a destra del paese, a 850 metri di altitudine, circondato da Lecci e lauri secolari,  si erge il convento di San Lorenzo di fede francescana  con annessa la sua chiesa. 
S. Lorenzo viene raffigurato giovane, a capo scoperto e con la dalmatica (veste liturgica a forma di tunica, a maniche corte e bordate di porpora) sono: il libro dei vangeli, la Croce Passionale, la borsa olma di monete d’oro e la graticola, strumento del suo martirio.
La visita al Convento è particolarmente suggestiva, sia per la cornice naturale dove sorge, sia per l'atmosfera di raccoglimento e di spiritualità che lo circonda. 
Si narra che il Convento sia stato fondato  da San Francesco d’Assisi, intorno al 1215-1223, di ritorno dalla Terra Santa, mentre era diretto verso Subiaco.
L’ edificio è di tardo stile barocco, identico per struttura e dimensioni a quello di Sant’Andrea al Quirinale di Roma. L'edificio è caratterizzato da eleganti e sobri elementi barocchi, ha una sola navata a forma ellittica; i due diametri misurano rispettivamente metri 13,50 e 10,50 circa; l'abside si apre sulla linea del diametro minore mentre il diametro maggiore si prolunga in quattro Cappelle laterali. Al Beato è dedicata la Cappella a destra dell'Altare Maggiore; dieci pilastri sostengono una cupola sormontata dalla lanterna, di forma e dimensioni identiche alla navata.
La Chiesa, opera dell'architetto romano Giuseppe Ferroni, fu iniziata nel 1763 ed aperta al culto il 12 aprile del 1773, consacrata il 12 settembre dello stesso anno dal Vescovo di Anagni Monsignor Giovanni Battista Filipponi Tanderini. Da quell’epoca vari eventi hanno modificato l’assetto della chiesa, compresi i bombardamenti dell’ultima guerra. Nel 1954 si ebbe la riapertura al culto della Chiesa. Il 23 agosto 1954 il Vescovo diocesano Monsignor Enrico Remolo Compagnone consacrò l'altare Maggiore e l'altare del Beato Andrea, ricostruiti in marmo
La Chiesa custodisce l’urna contenente i resti del beato Andrea Conti. In vicinanza del Convento vi è un antro stretto, umido e buio dove visse, isolato dal mondo, il Beato Andrea Conti per circa quaranta anni, una grotta "più per covile di fiere che per stanza di uomini". Sulla roccia è stata scolpita la effigie del Beato
La Chiesa ed il Convento sono retti dai Frati Minori Conventuali e dedicati all’Arcidiacono e Martire della Chiesa Romana, S. Lorenzo